Gabon, il cuore verde dell’Africa che pochi conoscono

Destinazioni 23/06/2025  By 

Tra foreste impenetrabili, spiagge selvagge, parchi nazionali brulicanti di fauna e culture ancestrali, il Gabon è una delle gemme meno esplorate del continente africano. Una destinazione ideale per chi cerca l’avventura, l’autenticità e una natura intatta. Ecco otto luoghi e attrazioni imperdibili e una guida pratica per organizzare il viaggio.

Nel cuore dell’Africa equatoriale, affacciato sull’Oceano Atlantico e coperto per oltre l’80% da foreste pluviali, il Gabon si presenta come un santuario naturale di straordinaria bellezza e biodiversità. Ignorato dai grandi flussi turistici e protetto da un impegno governativo esemplare nella conservazione ambientale, questo paese offre un viaggio fuori dalle rotte comuni, dove la natura detta ancora il ritmo e l’uomo convive con gli elefanti, le scimmie e i miti degli antenati. Perfetto per esploratori, naturalisti, appassionati di fotografia o semplici viaggiatori in cerca di un’Africa autentica, il Gabon è una terra di contrasti e meraviglie, dalle lagune costiere ai villaggi fang, dalle cascate vertiginose ai parchi nazionali più spettacolari dell’Africa centrale. Ecco 8 attrazioni imperdibili.


Parco Nazionale di Loango

Il Parco Nazionale di Loango è una delle meraviglie naturali più straordinarie dell’Africa centrale, un luogo dove le frontiere tra savana, foresta equatoriale, lagune e spiaggia si confondono in un mosaico di ecosistemi di rara bellezza. Situato lungo la costa atlantica, nel sud-ovest del Gabon, il parco si estende per oltre 1.500 km² ed è considerato un modello di conservazione integrata: qui la fauna vive libera in habitat protetti, mentre progetti ecoturistici coinvolgono e impiegano le comunità locali. Loango è famoso per le sue immagini iconiche di elefanti e bufali che passeggiano sulla spiaggia, una visione quasi surreale che attrae fotografi e naturalisti da tutto il mondo. Le lagune interne sono popolate da ippopotami, coccodrilli, lamantini e decine di specie di uccelli, tra cui il raro bec-de-sabot. Nelle foreste si nascondono gorilla di pianura, scimpanzé, colobi e altre specie endemiche. Nei mesi tra luglio e settembre, le acque dell’oceano antistante diventano il teatro del passaggio delle megattere, mentre da novembre a marzo le spiagge ospitano la nidificazione delle tartarughe liuto L’accesso a Loango non è immediato: si può arrivare in volo o in barca da Port-Gentil o in 4x4 via Omboué, poi con piroghe locali. Il campo base principale è l’Akaka Forest Camp o il Loango Lodge, strutture che combinano comfort e sostenibilità. Le escursioni si svolgono a piedi, in barca o in veicoli fuoristrada, sempre accompagnati da guide esperte.

Libreville

Capitale e principale porta d’ingresso del paese, Libreville è spesso trascurata dai viaggiatori più avventurosi, ma merita una sosta per orientarsi nel contesto urbano e culturale del Gabon. Affacciata sull’Oceano Atlantico e attraversata da viali alberati, la città è una sintesi di Africa moderna e tradizione locale, con quartieri animati e zone più eleganti che testimoniano le ambizioni di uno Stato ricco di risorse naturali.  Il cuore della città è La Corniche, il lungomare che costeggia il Golfo di Guinea: luogo perfetto per passeggiare al tramonto tra statue moderne e bancarelle di street food, dove assaporare pesce alla griglia e piatti locali. Uno dei punti più iconici è la Chiesa di Saint-Michel de Nkembo, costruita negli anni Sessanta e famosa per le sue colonne lignee scolpite a mano da artisti locali, con motivi religiosi e ancestrali che fondono cristianesimo e simbolismo bantu. Per immergersi nella cultura gabonese, il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni offre una collezione di maschere, statue rituali e oggetti della vita quotidiana delle principali etnie del paese. Merita una visita anche il Marché Mont-Bouët, il mercato più caotico e autentico della città, dove si trova di tutto: tessuti wax, spezie, prodotti artigianali, frutti tropicali e curiosità etniche. Libreville dispone di buone strutture alberghiere, banche, uffici turistici e connessioni aeree interne. È consigliabile utilizzarla come base per l’organizzazione del viaggio, soprattutto nei primi giorni.

Parco Nazionale della Lopé

Situato nel cuore del Gabon, il Parco Nazionale della Lopé è un’area di transizione tra la savana e la foresta pluviale, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO non solo per la biodiversità, ma anche per i suoi straordinari reperti archeologici. È il più antico parco nazionale del paese, istituito nel 1946, e rappresenta un crocevia ecologico dove convivono mandrilli, gorilla, leopardi, antilopi e una straordinaria varietà di uccelli e insetti. Il paesaggio è spettacolare: ampie vallate erbose si alternano a colline coperte da foresta, mentre le nebbie mattutine creano atmosfere fiabesche. È il miglior luogo al mondo per osservare mandrilli selvatici, con gruppi che possono superare i 500 individui. L’organizzazione “Station de Recherche de la Lopé”, gestita da scienziati e guide locali, consente ai turisti di seguire brevi trekking alla ricerca dei primati o partecipare a sessioni di osservazione notturna per avvistare animali più elusivi. L’accesso al parco è facilitato dalla ferrovia Transgabonese, che collega Libreville a la cittadina di Lopé. Diverse strutture ricettive, come il Lopé Hotel, offrono escursioni, pernottamenti e guide naturalistiche. Il parco è visitabile tutto l’anno, ma i mesi secchi da giugno a settembre offrono condizioni migliori per l’avvistamento degli animali.

Parco Nazionale di Ivindo

Nel centro-nord del Gabon, il Parco Nazionale di Ivindo è un paradiso per gli amanti della natura selvaggia. Si tratta di un’area remota, accessibile solo con l’aiuto di guide locali e lunghi tragitti in piroga lungo il fiume Ivindo, tra rapide, foresta primaria e animali selvatici. Il parco ospita alcuni dei paesaggi fluviali più spettacolari dell’intero continente africano, inclusa la celebre cascata di Kongou, una meraviglia naturale che cade con potenza nella giungla da oltre 50 metri di altezza. Ivindo è un parco per veri viaggiatori-esploratori: qui non ci sono lodge di lusso, ma tende da campo e spirito di avventura. Le escursioni avvengono in compagnia di portatori locali e ranger, tra suoni assordanti della foresta e incontri ravvicinati con gorilla, scimmie, antilopi forestali e uccelli rarissimi come il turaco di Hartlaub. È anche un punto privilegiato per l’osservazione del picatharte, uccello enigmatico dalle piume grigie e la testa nuda, considerato sacro da alcune comunità.  Si consiglia di partire da Makokou, ultima cittadina raggiungibile in strada o con un volo interno da Libreville, per poi affidarsi a tour operator locali specializzati in viaggi sostenibili. L’esperienza è intensa, ma lascia un segno profondo.

Lambaréné

Adagiata sulle rive tranquille del grande fiume Ogooué, Lambaréné è una cittadina ricca di fascino e storia, resa celebre dal medico, teologo e musicista tedesco Albert Schweitzer, che nel 1913 vi fondò un ospedale ancora oggi attivo. Il suo impegno umanitario gli valse il Premio Nobel per la Pace nel 1952, e la sua eredità è visibile nel Museo Albert Schweitzer, dove sono conservati strumenti medici, oggetti personali, fotografie e il vecchio ospedale in legno, circondato dalla vegetazione tropicale. Ma Lambaréné è anche il cuore pulsante della vita fluviale gabonese. Si possono organizzare escursioni in piroga lungo le lagune e i bracci dell’Ogooué, alla scoperta di villaggi di pescatori, isolotti ricoperti di giungla e fauna lacustre. È una zona eccellente per il birdwatching, con ibis, martin pescatori, aironi, aquile pescatrici e molte altre specie. La città è inoltre un crocevia culturale tra le etnie fang, myéné e nzebi. Lambaréné si raggiunge in auto da Libreville (circa 5-6 ore su strada asfaltata) ed è dotata di piccoli hotel, pensioni e ristoranti dove gustare pesce fresco e piatti locali.

Parco Nazionale di Mayumba

Situato all’estremo sud del Gabon, lungo una striscia costiera che si affaccia sull’Atlantico, Mayumba è uno dei parchi più incontaminati del paese, con spiagge deserte, dune, foreste costiere e lagune che ospitano un’eccezionale biodiversità. È conosciuto in particolare come il più importante sito di nidificazione delle tartarughe liuto in Africa, con migliaia di esemplari che ogni anno, tra novembre e marzo, raggiungono le coste per deporre le uova nella sabbia. Oltre alle tartarughe, il parco è abitato da elefanti forestali, leopardi, scimmie, lamantini e delfini. Le attività turistiche sono ancora limitate, ma esistono progetti locali di ecoturismo che propongono escursioni guidate, soprattutto notturne, per assistere alla schiusa delle uova e al ritorno in mare dei piccoli. L’accesso avviene dalla cittadina di Mayumba, raggiungibile in 4x4 da Tchibanga, e sono in corso progetti di sviluppo per migliorare le infrastrutture. L’esperienza qui è rustica ma estremamente coinvolgente.

Pointe Denis

A pochi chilometri da Libreville, raggiungibile in 20-30 minuti di motoscafo, si trova Pointe Denis: una lingua di sabbia dorata e palme che si protende verso l’Atlantico. È la destinazione balneare per eccellenza del Gabon, molto frequentata nei weekend dai residenti della capitale, ma ancora tranquilla e immersa nella natura durante la settimana. Qui si può nuotare in acque limpide, rilassarsi su spiagge deserte, fare kayak nelle lagune o esplorare le dune costiere in quad. La sera, la luce si spegne per lasciare spazio a cieli stellati mozzafiato. Da novembre a febbraio, anche qui si possono osservare le tartarughe che depongono le uova, mentre delfini e piccoli squali si avvistano talvolta al largo. I lodge della zona, come La Baie des Tortues, offrono sistemazioni confortevoli e cucina locale. È una tappa ideale per riposarsi dopo un viaggio intenso nei parchi o prima di rientrare in Europa.

Cerimonia Bwiti: un viaggio spirituale

Oltre ai paesaggi spettacolari e alla fauna selvaggia, il Gabon custodisce una delle tradizioni spirituali più affascinanti dell’intera Africa subsahariana: il Bwiti, un sistema di credenze, riti e conoscenze tramandato da generazioni all’interno di alcune etnie, in particolare tra i Fang, i Mitsogo e i Punu. Più che una semplice religione, il Bwiti è una forma di coscienza collettiva, un percorso iniziatico, una medicina dell’anima. Al centro del culto si trova l’iboga, una pianta sacra (Tabernanthe iboga) che cresce spontanea nelle foreste del Gabon. La sua radice contiene un potente alcaloide psicotropo, l’ibogaina, usata dai praticanti del Bwiti per entrare in stati alterati di coscienza durante cerimonie notturne. Questi rituali — che possono durare ore o addirittura giorni — combinano musica tribale dal vivo, canti, danze, fumo d’incenso, tamburi incessanti e il consumo controllato dell’iboga da parte degli iniziandi. L’obiettivo non è lo sballo, ma la visione, la guarigione, il contatto con gli spiriti degli antenati. Per i gabonesi, partecipare al Bwiti è un rito di passaggio fondamentale: si entra bambini e si esce adulti, si affrontano traumi e paure per ritrovare equilibrio, identità e connessione con la propria comunità. Per molti occidentali, il Bwiti è oggi conosciuto anche per l’uso terapeutico dell’iboga nella cura delle dipendenze, ma nel suo contesto originario rimane un rito profondo e sacro, non spettacolarizzabile.

È possibile parteciparvi come viaggiatore?

Sì, ma con il massimo rispetto e la massima consapevolezza. Alcuni maestri Bwiti (noti come ngangas) accolgono i visitatori in qualità di osservatori o, in casi particolari, come partecipanti guidati, dopo una preparazione culturale e spirituale adeguata. La partecipazione non è un’attività turistica nel senso tradizionale, bensì un’esperienza spirituale che richiede rispetto per i tempi, i simboli, le regole del villaggio. Le zone più indicate per avvicinarsi al Bwiti in modo rispettoso sono quelle interne tra Lambaréné, Makokou e i villaggi della regione di Mouila o Ndjolé. Esistono alcune organizzazioni culturali e antropologi locali che fanno da mediatori tra i viaggiatori e le comunità tradizionali, facilitando incontri autentici e rispettosi, lontani da ogni logica esotica o commerciale. È sempre consigliato affidarsi a guide gabonesi di fiducia, meglio se in contatto diretto con i ngangas o le famiglie iniziatiche. Non tutte le cerimonie Bwiti sono aperte agli stranieri e non è opportuno improvvisare: la sostanza usata è potente, l’ambiente è carico di simbolismo e si entra in un universo culturale che va compreso e non banalizzato. Ma per chi cerca un’esperienza autentica, intensa, trasformativa, partecipare — o anche solo assistere — a un rito Bwiti può rappresentare il momento più profondo di un viaggio in Gabon.

Consigli pratici e informazioni essenziali

1. Ottenere il visto d’ingresso

Tutti i cittadini italiani devono essere in possesso di un visto per entrare in Gabon. La procedura più semplice è quella dell’e-visa, che si richiede online tramite il sito ufficiale. Il visto elettronico è valido per l’aeroporto di Libreville e ha una durata variabile (da 1 a 90 giorni). È necessario caricare una copia del passaporto, una fototessera e una lettera d’invito o la conferma dell’hotel. Il consiglio è di effettuare la richiesta almeno 15 giorni prima della partenza. Verificare sempre eventuali aggiornamenti normativi.

2. Vaccinazioni obbligatorie e raccomandate

Per entrare in Gabon è obbligatoria la vaccinazione contro la febbre gialla, da certificare con il libretto giallo internazionale (da mostrare all’arrivo). Inoltre, per chi viaggia nelle foreste o si trattiene a lungo, sono fortemente consigliate le vaccinazioni contro epatite A e B, tifo, meningite e tetano. La profilassi antimalarica (solitamente con Malarone o Doxiciclina) è altamente raccomandata in tutto il territorio. Si consiglia di rivolgersi con anticipo a un centro di medicina dei viaggi per una consulenza personalizzata.

3. Quando andare: clima e stagioni

Il Gabon ha un clima equatoriale, caldo e umido tutto l’anno, con due stagioni secche (breve da dicembre a gennaio, lunga da giugno a settembre) e due stagioni piovose (febbraio-maggio e ottobre-novembre). I periodi migliori per visitare il paese sono quelli della lunga stagione secca (giugno–settembre) e della breve (dicembre-gennaio), ideali per safari, trekking e attività in spiaggia. Durante le piogge, molte strade diventano impraticabili e i parchi più remoti difficili da raggiungere.

4. Lingua e comunicazione

La lingua ufficiale è il francese, parlato correntemente nelle città e nelle amministrazioni. In zone rurali, si parlano lingue bantu come fang, myéné, punu, nzebi. L’inglese è poco diffuso, tranne in ambiti turistici o universitari. Per facilitare la comunicazione, è utile imparare alcune frasi base in francese o viaggiare con una guida traduttrice. Scaricare dizionari offline o app di traduzione può rivelarsi molto utile nelle zone meno turistiche.

5. Sicurezza e comportamento

Il Gabon è considerato uno dei paesi più stabili dell’Africa centrale, ma è importante adottare comportamenti prudenti. Nelle città, evitare zone isolate di notte, custodire con attenzione documenti e denaro, non ostentare oggetti di valore. In caso di manifestazioni politiche (non frequenti ma possibili), è meglio allontanarsi e non fotografare. Nei parchi e in foresta, seguire sempre le indicazioni delle guide locali: animali selvatici e terreni accidentati possono rappresentare pericoli. Prima di pianificare il viaggio è sempre opportuno consultare il sito Viaggiare Sicuri , a cura dal Ministero degli Affari Esteri, per ottenere informazioni aggiornate sulle condizioni di sicurezza nel Paese.  

6. Spostamenti e trasporti interni

Gli spostamenti in Gabon possono essere lenti e impegnativi. Nelle città esistono taxi e minibus, ma il servizio pubblico non è sempre affidabile. Le distanze tra le destinazioni naturalistiche sono ampie, e molte zone sono accessibili solo con 4x4, piroghe o piccoli aerei. La ferrovia Transgabonese collega Libreville a Franceville ed è una buona opzione per raggiungere Lopé. Per i parchi più remoti, è fondamentale organizzarsi con tour operator locali affidabili e verificare le condizioni delle strade.

7. Dove dormire: alloggi e lodge

L’offerta di alloggio in Gabon varia molto. A Libreville e Port-Gentil si trovano hotel di buon livello, internazionali e boutique, ma fuori dalle città le soluzioni sono più limitate. Nei parchi e nelle aree naturali esistono ecolodge, campi tendati e strutture familiari, spesso gestite da ONG o comunità locali. È essenziale prenotare con largo anticipo, soprattutto in alta stagione o se si desidera partecipare a safari o escursioni guidate. Nelle strutture più remote, l’acqua calda o la corrente elettrica potrebbero essere limitate.

8. Moneta, banche e cambio

La valuta ufficiale è il franco CFA (XAF), utilizzato in diversi paesi dell’Africa centrale. 1 euro equivale a circa 655 XAF (tasso fisso). Le carte di credito sono accettate solo in hotel di alto livello o negozi internazionali delle grandi città. È consigliabile portare euro in contanti da cambiare presso le banche o nei principali aeroporti. I prelievi con bancomat internazionali sono possibili, ma a volte difficoltosi. Portare contanti è utile anche per pagare escursioni, trasporti e piccoli acquisti.

9. Connessione internet e SIM locali

In città, la connessione internet è buona, anche se spesso limitata agli hotel. Nelle zone rurali e nei parchi, la rete è spesso assente o instabile. Si consiglia di acquistare una SIM locale (Airtel Gabon o Gabon Telecom) con traffico dati, disponibile nei centri città con documento d’identità. In alternativa, si può attivare il roaming internazionale, ma i costi sono molto alti. Molto utile avere mappe offline e app salvate sul telefono per orientarsi anche senza rete.

10. Cibo e cucina locale

La cucina gabonese è gustosa e genuina, basata su pesce fresco, manioca, riso, banane plantain e verdure tropicali. Tra i piatti più tipici ci sono il "poulet nyembwe" (pollo in salsa di palma), il pesce alla griglia con spezie locali, il mufete (pesce con cipolle e patate dolci) e le zuppe di arachidi. La frutta tropicale è ottima: mango, papaia, ananas, frutti della passione. Nei mercati si trovano anche piatti più insoliti come antilope o carne affumicata. L’acqua del rubinetto non è potabile: bere sempre acqua in bottiglia sigillata.

11. Rispetto delle culture e delle credenze locali

Il Gabon è un paese di grande ricchezza etnica e spirituale, con tradizioni tribali molto vive. Una delle pratiche più note è il Bwiti, un culto iniziatico legato all’uso dell’iboga (pianta psicotropa), che è profondamente rispettato. Nei villaggi, chiedere sempre permesso prima di scattare foto, e adottare un abbigliamento decoroso. Alcune zone sacre o cerimonie non sono accessibili agli stranieri. Mostrare rispetto per le consuetudini e i ritmi locali è fondamentale per stabilire relazioni autentiche.

12. Turismo sostenibile e comportamento responsabile

Il Gabon sta investendo in un modello di turismo a basso impatto ambientale. È importante scegliere operatori locali che rispettino l’ambiente e sostengano le comunità. Non disturbare gli animali, non lasciare rifiuti nei parchi, evitare plastica monouso. Alcuni parchi richiedono il pagamento di permessi di accesso o tasse ambientali: è un contributo importante per la conservazione. Partecipare a progetti di ecoturismo è un modo per vivere il viaggio in modo etico e consapevole, contribuendo alla protezione di questo straordinario patrimonio naturale.





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