Benin, l’Africa che non ti aspetti

Destinazioni 30/06/2025  By 

Antico regno del Dahomey, culla del voodoo, terra di villaggi ancestrali e di savane popolate da leoni ed elefanti: il Benin è una delle mete più affascinanti e meno conosciute dell’Africa occidentale. Ancora lontano dai circuiti del turismo di massa, offre un’esperienza autentica e sorprendente, dove si intrecciano memoria storica, spiritualità, tradizioni vive e paesaggi mozzafiato. Dalle palafitte di Ganvié alle rovine reali di Abomey, dal Parco della Pendjari ai rituali dei villaggi del nord, il Benin invita a un viaggio profondo e coinvolgente, per chi desidera scoprire l’Africa più vera. Ecco sei tappe imperdibili per un itinerario indimenticabile:

Il Benin è uno dei paesi più sorprendenti dell’Africa occidentale, un crocevia di culture, riti antichissimi, paesaggi variegati e una storia affascinante che ha lasciato segni profondi, dal regno di Dahomey alla tratta degli schiavi, fino alle espressioni vivaci dell’arte e del voodoo contemporanei. Ancora poco frequentato dal turismo di massa, il Benin rappresenta una meta autentica e ricca di emozioni, capace di soddisfare chi cerca un viaggio culturale, naturalistico o antropologico. Dal sud tropicale alle savane del nord, il Paese offre una grande varietà di esperienze, opportunità e attrazioni.


Ouidah – La capitale spirituale del voodoo e della memoria storica

Ouidah è una città che vibra di storia e spiritualità. Situata lungo la costa atlantica, è stata uno dei principali centri della tratta degli schiavi in Africa occidentale tra il XVII e il XIX secolo. Lungo la "Route des Esclaves", il sentiero simbolico di 4 chilometri che attraversa la città fino al mare, si possono ammirare statue e installazioni che evocano il dolore e la resistenza di milioni di africani deportati nelle Americhe. Il percorso termina sulla spiaggia, di fronte alla monumentale Porte du Non-Retour (Porta del Non Ritorno), un memoriale struggente eretto sul punto esatto dove gli schiavi venivano caricati sulle navi. Ma Ouidah è anche il centro pulsante del voodoo, religione ufficiale del Benin e radicata nella cultura locale. Il Festival Internazionale del Voodoo, che si tiene ogni 10 gennaio, è un’occasione unica per assistere a danze estatiche, sacrifici rituali, cerimonie di possessione e processioni spettacolari che uniscono misticismo, estetica e tradizione. Il Museo Storico di Ouidah, ospitato nell’ex forte portoghese São João Baptista, è un luogo imperdibile per comprendere l’intreccio tra colonizzazione, tratta degli schiavi e religione tradizionale.

Come arrivare: Ouidah si trova a 45 km da Cotonou (circa un’ora di auto). I taxi privati o le auto con autista sono le opzioni più comode.
Quanto tempo dedicare: almeno una giornata.
Consigliato con guida locale, soprattutto per comprendere le simbologie del voodoo.

Abomey – Il regno perduto dei re di Dahomey

Nella tranquilla città di Abomey si respira ancora l’eco di un impero potente e temuto: quello dei re di Dahomey. Tra il XVII e il XIX secolo, questi sovrani organizzarono un regno centralizzato e militarmente forte, famoso per l'esercito delle “Amazzoni” – le donne guerriere – e per i rituali regali legati al sangue e al sacrificio. Il sito Patrimonio UNESCO è composto da 12 palazzi reali (di cui due visitabili), con cortili, bassorilievi in terracotta, templi e santuari. Il più suggestivo è il Museo Storico di Abomey, dove si possono ammirare troni reali costruiti su crani umani, armi, tamburi cerimoniali, maschere e stendardi. I bassorilievi, scolpiti direttamente sulle pareti, raccontano le imprese dei re e simboli esoterici con un forte impatto visivo e spirituale. Abomey conserva anche un artigianato vivo, con tessitori, scultori e artisti che tramandano le tecniche e gli stili tradizionali. Spesso nei villaggi vicini si può assistere a spettacoli di danze Egungun, legate al culto degli antenati.

Come arrivare: si trova a circa 140 km da Cotonou (3-4 ore di auto).
Quanto tempo dedicare: almeno una notte, meglio due se si vuole esplorare la regione.
Guida obbligatoria per il sito storico (disponibile in francese).

Ganvié – La Venezia africana tra acqua e cultura

Costruita nel XVII secolo dalla popolazione dei Tofinou per sfuggire ai razziatori di schiavi del regno di Dahomey, Ganvié è oggi una delle comunità lacustri più grandi e affascinanti dell’Africa, con oltre 20.000 abitanti. Il villaggio sorge interamente su palafitte nel mezzo del lago Nokoué, e tutto – case, scuole, chiese, mercati – è accessibile solo in piroga. La visita è un’esperienza fuori dal tempo: si scivola sull’acqua tra barche colme di ortaggi, venditori che si passano la merce da una canoa all’altra, bambini che remano con disinvoltura, riti religiosi che si celebrano su piattaforme galleggianti. Ganvié è anche un simbolo di resilienza, e il suo equilibrio tra tradizione e modernità colpisce profondamente. Alcune piroghe sono oggi motorizzate, ma molte famiglie restano legate a uno stile di vita antico e sostenibile.

Come arrivare: partendo da Abomey-Calavi, a nord di Cotonou, si prende una barca dal piccolo porto.

Quanto tempo dedicare: mezza giornata.
Tour in piroga con guida (privata o condivisa) consigliato per evitare zone troppo turistiche.

Parco Nazionale della Pendjari – Safari nell’Africa selvaggia

Il Parco della Pendjari è una gemma della biodiversità dell’Africa occidentale. Ospita oltre 100 specie di mammiferi e 300 specie di uccelli, tra cui elefanti, bufali, leoni, ghepardi, ippopotami e coccodrilli. È uno degli ultimi rifugi per i grandi predatori dell’Africa occidentale, ed è parte del più vasto ecosistema WAP (W-Arly-Pendjari), che si estende tra Benin, Burkina Faso e Niger. Lontano dal turismo di massa, il parco offre safari intimi e autentici, con ottime possibilità di avvistamento grazie alla savana aperta. Le piste sono ben tenute, e le guide sono formate da African Parks, l’organizzazione che gestisce la riserva "in modo sostenibile". Sono presenti anche ecolodge e campi tendati dotati di comfort. Attenzione: l'accesso a questo parco è attualmente fortemente sconsigliato per ragioni di sicurezza per la presenza di cellule jihadiste nei confinanti territori del Burkina Faso e di Niger. Consigliamo vivamente di informarsi con le più accurate e aggionate notizie sulla sicurezza nella regione consultando preventivamente il sito internet Viaggiare Sicuri.

Come arrivare: il parco si raggiunge da Natitingou (base logistica ideale) in circa 2 ore.
Quanto tempo dedicare: minimo due notti per un safari completo.
Periodo migliore: stagione secca da dicembre a marzo (maggiori avvistamenti).
Necessario prenotare in anticipo i lodge e le escursioni.

I villaggi Taneka e Somba – Tradizioni ancestrali e architettura simbolica

Il nord del Benin è un territorio magico, abitato da popoli che ancora oggi preservano costumi, architetture e credenze animiste. I Taneka, arroccati su colline vicino a Natitingou, vivono in piccoli agglomerati di capanne rotonde con tetto conico, circondate da feticci, totem e altari. Gli anziani e gli iniziati vestono con abiti tradizionali e parlano lingue arcaiche. Le loro credenze si fondano sull’equilibrio tra spirito, natura e comunità. Le visite devono avvenire con rispetto, preferibilmente accompagnati da un mediatore culturale.

I Somba, più a nord, sono famosi per le loro "tata somba", costruzioni fortificate in argilla, con tetti piatti usati per l’essiccazione e lo stoccaggio, e uno o due piani dove convivono uomini e animali. Le case sono vere e proprie opere d’arte funzionali, simboliche e affascinanti da esplorare.

Come arrivare: si parte da Natitingou con veicolo fuoristrada.
Quanto tempo dedicare: da una a due giornate.
Si consiglia accompagnamento di guida antropologica per evitare atteggiamenti irrispettosi.

Porto-Novo – Capitale istituzionale dal fascino afro-brasiliano

Benché meno caotica e sviluppata di Cotonou, Porto-Novo è la capitale ufficiale del Benin e merita una visita. È una città dai ritmi lenti, che conserva palazzi coloniali, musei raffinati e un’atmosfera sospesa tra Africa e Brasile. La Moschea centrale di Porto-Novo è un capolavoro architettonico unico: costruita in stile afro-brasiliano, ricorda le chiese barocche del Brasile, con decorazioni pastello e struttura in legno. Il Museo Etnografico è uno dei migliori del paese, con maschere cerimoniali, strumenti musicali, statue, e oggetti rituali provenienti da varie etnie. Il Museo Da Silva racconta invece la storia degli afro-discendenti tornati in Africa dopo l’abolizione della schiavitù.

Come arrivare: a 30-40 km da Cotonou (1 ora circa in auto).
Quanto tempo dedicare: gita di un giorno o sosta di una notte.
Ideale per gli amanti della cultura e dell’architettura storica.

Consigli pratici e informazioni essenziali

Visitare il Benin è come aprire un libro di storia, miti e umanità: ogni tappa è un racconto, ogni incontro una scoperta. Con i suoi paesaggi armoniosi, la profonda spiritualità e l’accoglienza calorosa dei suoi abitanti, questo paese dell’Africa occidentale saprà lasciare un segno indelebile nel cuore di ogni viaggiatore. Partire e viaggiare preparati è fondamentali per godersi appieno il Paese. 

1.    Visto elettronico (e-Visa): si richiede facilmente online tramite l'apposito sito. Scegli tra visto singolo o multiplo (30 o 90 giorni). Consigliato stampare una copia.

2.    Vaccinazioni obbligatorie e raccomandate: la febbre gialla è obbligatoria; tifo, epatite A e B e antimalarici sono raccomandati. Consultare l’ASL almeno un mese prima della partenza.

3.    Lingua parlata: il francese è lingua ufficiale. Le lingue locali (fon, yoruba, bariba) sono usate nelle comunità. L’inglese è poco diffuso.

4.    Moneta: franco CFA (XOF). Portare contanti in euro da cambiare in aeroporto o in banca. I bancomat funzionano solo con carte internazionali.

5.    Trasporti interni: gli autobus pubblici sono economici ma lenti. Meglio noleggiare un’auto con autista, o affidarsi a tour operator locali.

6.    Clima e stagioni: stagione secca da novembre a marzo e luglio-agosto. Evitare le forti piogge tra aprile e giugno.

7.    Abbigliamento consigliato: vestiti leggeri in cotone, foulard, scarpe chiuse, cappello, occhiali da sole e repellente. Meglio evitare abiti mimetici (vietati).

8.    Cibo e igiene: evitare acqua del rubinetto, ghiaccio e cibo crudo. Bere solo acqua in bottiglia sigillata. Cucina piccante ma gustosa.

9.    Connessione internet: buona nelle città. Acquistare sim card locali (MTN o Moov) con piani dati economici.

10. Sicurezza: il paese è stabile, ma evitare viaggi al confine con Burkina Faso e Niger. Meglio informarsi con il sito Viaggiare Sicuri aggiornato dalla Farnesina.

11. Fotografie e rispetto culturale: sempre chiedere il permesso prima di fotografare persone, villaggi o cerimonie. Rispetto assoluto per oggetti rituali.

12. Souvenir: maschere, batik, strumenti musicali, tessuti wax, feticci artigianali. I mercati di Ouidah e Cotonou sono i più vivaci per lo shopping.





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