La storia e la cultura di Lamu
Lamu non è solo una destinazione turistica: è un viaggio indietro nel tempo, una lezione vivente di storia e cultura, immersa in un ambiente naturale ancora incontaminato. Visitarla significa scoprire l’anima della cultura swahili e lasciarsi trasportare da un ritmo di vita che appartiene a un’altra epoca. Il termine “swahili” deriva dall’arabo “sahil”, che significa “costa,” a testimonianza del profondo legame tra la lingua e queste terre.
Fondata nell’VIII secolo come snodo commerciale sulla rotta tra l’Arabia e l’Africa orientale, Lamu è una delle più antiche località swahili ancora abitate. In passato fu una città-stato indipendente, governata da un proprio sultano, al pari di Zanzibar e di altri importanti centri della costa orientale africana come Mombasa e Malindi. Grazie al commercio fiorente, divenne un nodo cruciale per lo scambio di avorio, ceramiche, gusci di tartaruga, semi oleosi, grano e, purtroppo, anche schiavi, una fonte di ricchezza che alimentava le economie locali.
L’eco di questa storia gloriosa e ricca riecheggia nella città vecchia, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, coi suo edifici dai muri scrostati dal sale e le sue strade lastricate che sembrano istantanee di un passato swahili sempre vivo: non resta che perdersi in questo labirinto di vicoli stretti, case in pietra corallina dalle eleganti porte scolpite, e moschee storiche che raccontano di un’epoca di grande prosperità e incontri culturali.
Orgogliosa e tenacemente ancorata alla sua tradizione, Lamu è rimasta pressoché intatta nei secoli, preservando un’identità affascinante che sembra tenerla distante dalla modernità: qui l’elettricità è arrivata, ma i motori a scoppio sono ancora assenti. Senza strade per le auto, i trasporti si svolgono a dorso d’asino o in barca.