Lamu, perla costiera del Kenya

Destinazioni 01/11/2024  By 

Lamu, l’antica perla costiera del Kenya, è un angolo di Africa che sembra appartenere a un’altra epoca. Situata al largo della costa settentrionale del Kenya, bagnata dalle acque dell’oceano Indiano, quest’isola - e il suo omologo arcipelago - è uno scrigno di cultura swahili, bellezze naturali, e tradizioni che sono rimaste intatte nonostante i secoli. Una località intrisa di fascino, ammantata da un'atmosfera medievale, lontana da villaggi turistici e parchi affollati, è la vetrina di un Kenya che sa ancora offrire incontri sinceri e sorprendenti. Indimenticabili.

 

 

 

Meno conosciuta rispetto ad altre mete africane, Lamu incanta per il suo fascino senza tempo, dove le strade sono percorse da asini invece che da automobili, e il ritmo di vita segue i ritmi del mare e delle stagioni. La località, appartenente all'omonimo arcipelago, è un luogo in cui storia, natura e cultura si fondono in un’armonia unica. Visitarla significa non solo scoprire le bellezze di un’isola incontaminata, ma anche immergersi in una cultura che ha saputo conservare intatte le sue radici. Lamu accoglie i visitatori con la sua autenticità, invitandoli a rallentare e a riscoprire il piacere delle piccole cose: un tramonto sulle dune sabbiose, una passeggiata tra vicoli millenari, una gita in dhow tra le mangrovie che si affacciano sulle calme acque dell’Oceano Indiano, le cui trasparenze offrono spettacolari opportunità per snorkeling e immersioni.


La storia e la cultura di Lamu

Lamu non è solo una destinazione turistica: è un viaggio indietro nel tempo, una lezione vivente di storia e cultura, immersa in un ambiente naturale ancora incontaminato. Visitarla significa scoprire l’anima della cultura swahili e lasciarsi trasportare da un ritmo di vita che appartiene a un’altra epoca. Il termine “swahili” deriva dall’arabo “sahil”, che significa “costa,” a testimonianza del profondo legame tra la lingua e queste terre.

Fondata nell’VIII secolo come snodo commerciale sulla rotta tra l’Arabia e l’Africa orientale, Lamu è una delle più antiche località swahili ancora abitate. In passato fu una città-stato indipendente, governata da un proprio sultano, al pari di Zanzibar e di altri importanti centri della costa orientale africana come Mombasa e Malindi. Grazie al commercio fiorente, divenne un nodo cruciale per lo scambio di avorio, ceramiche, gusci di tartaruga, semi oleosi, grano e, purtroppo, anche schiavi, una fonte di ricchezza che alimentava le economie locali.

L’eco di questa storia gloriosa e ricca riecheggia nella città vecchia, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, coi suo edifici dai muri scrostati dal sale e le sue strade lastricate che sembrano istantanee di un passato swahili sempre vivo: non resta che perdersi in questo labirinto di vicoli stretti, case in pietra corallina dalle eleganti porte scolpite, e moschee storiche che raccontano di un’epoca di grande prosperità e incontri culturali.

Orgogliosa e tenacemente ancorata alla sua tradizione, Lamu è rimasta pressoché intatta nei secoli, preservando un’identità affascinante che sembra tenerla distante dalla modernità: qui l’elettricità è arrivata, ma i motori a scoppio sono ancora assenti. Senza strade per le auto, i trasporti si svolgono a dorso d’asino o in barca.

 

L’arcipelago, costellazione di meraviglie

Lamu è il capoluogo dell’omonimo arcipelago, composto da una dozzina di isole sparse a nord della costa keniota, dove i trasporti avvengono esclusivamente a vela, su barche prive di motore. Qui poco è cambiato nei secoli, da quando mercanti arabi e portoghesi si contendevano le rotte di questo mare splendido. Gli spostamenti avvengono sui tradizionali dhow, che veleggiano tra le isole, sfiorando spiagge bianche e deserte, regno di quiete e silenzio.

Attraversare i densi boschi di mangrovie è un’esperienza unica: i rami e le radici si intrecciano in forme antropomorfe, creando un paesaggio favoloso.

Oggi, questo arcipelago è abitato dai discendenti di quegli arabi che, dal XII secolo, colonizzarono la costa orientale africana. Con loro sorse una lingua, il swahili, e uno stile architettonico unico, frutto della fusione tra la cultura araba e quella bantu.

Al largo navigano gli ultimi veri condottieri del mare, marinai swahili, abituati al silenzio e alle lunghe attese, innamorati delle proprie barche e delle proprie acque. Le loro giornate scorrono lente, seguendo i capricci del vento e delle maree. Viaggiare qui, lungo un tratto della storica rotta commerciale che collegava i principali porti dal Medio Oriente all’Africa, permette di scoprire un Kenya diverso, sospeso nel tempo e nelle acque turchesi dell’Oceano Indiano.

La città vecchia: macchina del tempo nella storia swahili

Lamu Old Town è il cuore storico e culturale dell’isola, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO grazie alla sua straordinaria architettura swahili e alla sua storica vitalità commerciale. La città è un intricato labirinto di vicoli stretti, dove il tempo sembra essersi fermato. Le costruzioni decorate da archi e finestre finemente intagliate, evocano un’epoca di prosperità e scambi con mercanti arabi, persiani e indiani. Non mancano le antiche porte in legno intagliato scolpite con motivi floreali e geometrici, simbolo di prestigio e maestria artigianale che fa parte della tradizione secolare, mentre le mura degli edifici sono costruite in corallo, i solai e i pavimenti in legno di mangrovia, e i tetti sono coperti di makuti, foglie di palma intrecciate. Le finestre a graticcio, che permettono alle donne di osservare la vita in strada senza essere viste, richiamano l'influenza della tradizione araba.

Passeggiando per le stradine di Lamu, si percepisce la serenità e l’eleganza che caratterizzano l’architettura swahili, con i suoi elementi funzionali e raffinati. Silhouette femminili vestite di nero si muovono silenziosamente tra i vicoli, mentre uomini in caffettani bianchi percorrono le strade con passo calmo.

Le moschee, disseminate per la città, riflettono l’eredità islamica dell’isola, e alcuni luoghi di culto sono accessibili ai visitatori che vogliono approfondire la spiritualità della cultura swahili. Camminando nel centro storico si incontrano anche botteghe artigianali dove si producono manufatti locali, tessuti e oggetti di legno intagliato, rendendo la visita un’esperienza immersiva e autentica. Ogni angolo di Lamu Old Town racconta una storia, e nonostante l’apparente tranquillità, la città è animata da un fervore culturale, visibile soprattutto durante le feste tradizionali.

Shela: un’oasi di pace e bellezza

Shela Beach, situata a circa tre chilometri dal centro di Lamu Town, è una delle spiagge più incantevoli della costa kenyota. Con la sua lunga distesa di sabbia bianca e fine, Shela è il luogo ideale per rilassarsi e godere della quiete dell’isola. Poco affollata e immersa in un paesaggio naturale incontaminato, la spiaggia offre un’atmosfera tranquilla e suggestiva, perfetta per passeggiate mattutine o per ammirare il tramonto dietro le dune. La vicina cittadina di Shela è un piccolo villaggio pittoresco dove si respira un’aria più intima e riservata rispetto a Lamu Town, con case decorate e qualche accogliente caffetteria.  Svetta sull’abitato il rotondo minareto dell’antica moschea, altra reliquia swahili, incastonato nel groviglio di abitazioni (parte delle quali furono restaurate dagli stranieri negli anni Settanta, quando l’isola di Lamu divenne un luogo di fuga hippy). Verso sud invece si ergono immense dune dalla cui sommità si gode un panorama spettacolare. La spiaggia è anche il punto di partenza per escursioni in dhow lungo la costa. I capitani locali, con grande esperienza e orgoglio, accompagnano i visitatori tra le isole vicine e le foreste di mangrovie, offrendo uno sguardo unico sulla biodiversità marina della regione. Le acque calme di Shela Beach sono perfette per nuotare e fare snorkeling, con la possibilità di avvistare diverse specie di pesci tropicali e, con un po’ di fortuna, tartarughe marine.

Manda Island e le rovine di Takwa: archeologia e avventura

Manda Island, situata a breve distanza da Lamu, è una tappa d’obbligo per gli appassionati di storia e natura. L’isola è famosa per le rovine di Takwa, un antico insediamento swahili risalente al XV secolo, che fu abbandonato misteriosamente nel XVII secolo, la cui popolazione raggiunse nel periodo di massimo splendore 2500 abitanti. Possenti mura di blocchi di corallo racchiudono le rovine di un centinaio di abitazioni e di alcune moschee.

Il sito archeologico offre un’affascinante esplorazione tra le rovine di una moschea, abitazioni e pozzi in pietra corallina. Le rovine di Takwa sono avvolte in un’aura di mistero, poiché si sa poco sulle ragioni dell’abbandono del sito, il che le rende particolarmente affascinanti per chi ama i luoghi intrisi di storia.

Oltre alle rovine, Manda Island è rinomata per le sue spiagge appartate e la natura selvaggia. Il paesaggio è caratterizzato da mangrovie e foreste costiere che ospitano diverse specie di uccelli. Manda offre un’esperienza autentica e lontana dal turismo di massa, perfetta per chi cerca la tranquillità e il contatto con la natura in un contesto storico di grande suggestione.

Paté, cuore pulsante delle isole

L'isola di Paté, la più grande dell’arcipelago di Lamu, si trova nell’Oceano Indiano, vicino alla costa settentrionale del Kenya, fra Lamu e Kiunga e non lontano dal confine con la Somalia. Immersa in un paesaggio di rara bellezza, Paté è una destinazione ideale per chi desidera esplorare uno dei più antichi centri della cultura swahili.

La storia di Paté affonda le radici nel VII secolo, quando divenne uno dei primi siti di insediamento arabo lungo la costa orientale dell’Africa. Questo piccolo angolo di mondo fiorì come porto swahili rivaleggiando con i vicini centri di Lamu e Takwa, sull'isola di Manda. Nel XIV secolo, Paté raggiunse l’apice della notorietà, per poi cadere sotto il controllo della potente Lamu nel XIX secolo. Questa stratificazione storica è visibile nei dettagli dell'architettura swahili dell’isola e nelle tradizioni locali, che rispecchiano l’influenza di secoli di scambi culturali e commerciali.

L’isola si esplora facilmente a piedi, ma per raggiungere Faza, il principale centro amministrativo con la stazione di polizia e i pochi servizi disponibili, i visitatori possono salire a bordo dei matatu, piccoli minibus locali che assicurano i collegamenti essenziali tra i vari villaggi. Qui, la vita scorre lenta e autentica, scandita dai ritmi della pesca e dell’artigianato.

Per chi visita Paté, ogni passo è un viaggio nel passato della costa swahili: un passato che rivela tesori architettonici, tradizioni millenarie e l’indomabile bellezza naturale che contraddistingue questo angolo remoto del Kenya.

Kiwayu, l’ultima frontiera

All'estremo nord della costa del Kenya, vicino al confine con la Somalia, si trova Kiwayu, un’isola remota e affascinante lunga appena 10 km e larga circa 500 m. Circondata da foreste di mangrovie e da baie di sabbia dorata, Kiwayu rappresenta un autentico angolo di paradiso per chi cerca la vera essenza del Kenya più selvaggio e incontaminato.

L’isola è parte della riserva nazionale marina di Kiunga, un ecosistema straordinario che comprende circa 50 isole calcaree nell’arcipelago di Lamu, con barriere coralline intatte, praterie di alghe e foreste di mangrovie. Questo habitat costituisce un rifugio prezioso per diverse specie marine, tra cui tartarughe e dugonghi, e offre uno spettacolo naturale che lascia senza fiato.

La spiaggia principale di Kiwayu, ampia e immacolata, è l’ideale per rilassarsi sotto il sole, ma l’isola è anche un paradiso per gli amanti delle attività acquatiche. Al largo delle sue barriere coralline, le acque pullulano di vita marina, offrendo scenari perfetti per chi desidera immergersi in questo ambiente naturale.

Con il suo piccolo villaggio sulla laguna e le rare strutture ricettive, Kiwayu è l’ideale per chi vuole staccare dalla frenesia moderna e ritrovare un contatto autentico con la natura. La bellezza selvaggia e la tranquillità assoluta di Kiwayu la rendono un tesoro nascosto della costa kenyana, un luogo per veri esploratori e amanti della natura.

Festival culturali e culinari

Per chi desidera vivere la cultura swahili in modo autentico, il Lamu Cultural Festival è l’occasione ideale. Questo evento annuale, che in genere si tiene a fine novembre, celebra le usanze locali e la ricca cultura afro-islamica di Lamu attraverso un ricco programma che abbraccia arte, danze, musica, poesia, intrattenimento e appassionate competizioni, offrendo il meglio delle tradizioni locali. Durante il festival, l’isola si anima di colori e suoni, con la partecipazione della popolazione locale e dei visitatori, in un momento di condivisione e celebrazione dal sapore speciale.

Le regate di dhow sono l’evento principale del festival e rappresentano una competizione entusiasmante, in cui le imbarcazioni a vela navigano lungo la costa di Lamu. Le gare di dhow offrono uno spettacolo visivo unico, che richiama l’antico spirito dei mercanti swahili che solcavano le rotte dell’Oceano Indiano. La musica e le danze, con i loro ritmi ipnotici, catturano l’essenza della cultura locale, creando un’atmosfera di festa che coinvolge profondamente i visitatori. Altro momento imperdibile del festival è la celebre gara degli asini, simboli viventi dell’isola, che si muovono liberi fungendo da mezzo di trasporto in assenza di veicoli (ammessi solo per emergenze).

Oltre agli amati giochi tradizionali l’evento è un’opportunità per apprezzare la ricca cultura gastronomica di Lamu, con concorsi culinari, chioschi gourmet e fiere di prodotti tipici. Non solo le friggitorie e i negozi locali, ma anche le abitazioni private aprirono le loro porte per offrire specialità della tradizione arabo-africana: samosa, chapati, mahamri, mandaazi, mshakiki, torte di riso al cocco e altri dolci tipici, in un autentico viaggio tra i sapori dell’isola.

Altro appuntamento dedicato ai peccati di gola è il Lamu Food Festival – generalmente organizzato in aprile - rassegna gastronomica dedicata ai sapori swahili che trasforma l’antica località costiera di Lamu in una stuzzicante destinazione dove degustare piatti a base di pesce speziato e frutti esotici, ma anche ammirare lo straordinario patrimonio architettonico della città vecchia e veleggiare tra le isole dell’omonimo arcipelago. Informazioni: lamutourismassociation.com

Solidarietà: i dottori del mare

Gli abitanti dell’arcipelago di Lamu, circa diecimila persone di etnia Aweer e Bajuni, sono disseminati in terre remote, isolate, prive di servizi essenziali, dove malattie banali come la malaria o le infezioni intestinali mietono vittime ogni giorno per mancanza di medicinali, personale sanitario. Per far fronte alla mancanza di medici e infermieri dal 2015 opera nella regione un’organizzazione non profit locale, Safari Doctors, che porta soccorsi sanitari agli abitanti delle isole e dei villaggi costieri più isolati.

Per raggiungere i pazienti, i volontari di Safari Doctors hanno rimesso in funzione un vecchio peschereccio e l’hanno caricato di medicinali di base, vaccini, garze, tutto l’occorrente per portare assistenza immediata ai casi clinici più comuni. Oggi, a bordo della loro nave-ospedale, questi angeli del mare sono gli unici operatori umanitari capaci di coprire con le loro missioni sanitarie una regione estesa per oltre 600 chilometri quadrati.  Ogni anno vengono visitate circa mille persone. I servizi offerti sono totalmente gratuiti. Le attività di Safari Doctors sono finanziate con donazioni private e numerosi sono i volontari di ogni nazionalità che decidono di trascorrere qualche settimana di vacanza lavorando a bordo della nave-ospedale (per contribuire o candidarsi: safaridoctors.org).

Consigli pratici per il viaggio

·        Per raggiungere Lamu, è necessario un volo per Mombasa o Nairobi, da cui si può prendere un volo interno per l’aeroporto di Lamu, situato sull’isola di Manda. I trasporti sull’isola sono ridotti all’essenziale: per spostarsi si utilizzano soprattutto i dhow, gli asini, o si cammina. È consigliato visitare Lamu tra dicembre e marzo, quando il clima è più secco e le temperature sono miti.

·        Per alloggiare, Lamu offre diverse opzioni, dai piccoli boutique hotel nel centro storico ai resort lungo la costa. È importante rispettare la cultura locale, soprattutto nelle aree più tradizionali; si raccomanda quindi di vestire in modo modesto e di seguire le consuetudini locali, specialmente durante il Ramadan.

·        Con chi andare: Poiché la località di trova sulla costa settentrionale del Kenya, lontano dalle principali mete turistiche, è consigliabile per l’organizzazione del viaggio affidarsi a un tour operator di grande esperienza e affidabilità, come African Explorer , che opera in Kenya da oltre trent’anni. Raccomandiamo inoltre di verificare sempre le condizioni di sicurezza nella regione, come per ogni altra destinazione, consultato preventivamente il sito Viaggiaresicuri.

·        Il Museo di Lamu è uno dei luoghi imperdibili per chi desidera immergersi nella storia e nella cultura dell’isola. Situato in un edificio tradizionale, il museo custodisce una vasta collezione di reperti e oggetti che raccontano la vita swahili nei secoli passati. Tra le esposizioni principali, si possono ammirare strumenti musicali tradizionali, abiti tipici, utensili da pesca e artigianato locale che illustrano le attività quotidiane e le usanze ancestrali degli abitanti dell’isola. Una sezione affascinante del museo è dedicata alle imbarcazioni dhow, le celebri barche a vela utilizzate ancora oggi per la pesca e il commercio.

·        Altro luogo da visitare è il Forte di Lamu, situato nel cuore di Lamu Old Town, una testimonianza della lunga storia di lotte e difese dell’isola. Costruito nei primi anni del 1800 come roccaforte contro le incursioni di tribù rivali e come simbolo di potere per il sultano di Pate, il forte è un’imponente costruzione in pietra che si erge a protezione della città. Con la sua architettura robusta e austera, il forte offre ai visitatori una vista panoramica sull’intera città vecchia e sulle acque scintillanti dell’Oceano Indiano.

·        Un soggiorno ideale a Lamu dovrebbe durare almeno quattro giorni, per immergersi completamente nell’atmosfera dell’isola, ma naturalmente è possibile e opportuno concedersi molto più tempo se si intende rilassarsi sulle spiagge sabbiose o visitare le altre isole dell’arcipelago. Ecco un itinerario suggerito per non perdersi l’essenziale. Primo giorno: arrivo e sistemazione a Lamu Town. Dedica il primo giorno a una visita approfondita della città vecchia, esplorando le strette vie, il Forte di Lamu e il museo. Secondo giorno: escursione a Manda Island, con visita alle rovine di Takwa e tempo per rilassarsi in una delle spiagge poco frequentate dell’isola. Terzo giorno: Giornata di relax a Shela Beach, dove è possibile anche noleggiare una dhow per esplorare la costa. Nel tardo pomeriggio, si consiglia una passeggiata fino alle dune per ammirare il tramonto. Quarto giorno: Partecipazione a un’escursione di snorkeling, oppure una gita in dhow tra le foreste di mangrovie. Concludi la giornata con una cena in un ristorante tipico swahili, degustando piatti a base di pesce fresco.





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