São Tomé e Príncipe, l’ultimo paradiso

Destinazioni 01/11/2024  By 

Nascosto nel Golfo di Guinea, al largo delle coste dell’Africa centrale, l’arcipelago di São Tomé e Príncipe è una destinazione magica, ricca di storia e avvolta da un’atmosfera unica e da una natura prorompente e incontaminata.

São Tomé e Príncipe è una minuscola nazione, ex colonia portoghese, che galleggia nel Golfo di Guinea all'altezza dell'Equatore. Noto per essere l’arcipelago del cacao, è un paradiso in miniatura, costellato da foreste tropicali, spiagge immacolate, montagne spettacolari e una biodiversità rara: un invito per gli amanti della natura incontaminata, della storia coloniale e delle culture africane, ma anche per gli appassionati di trekking e di birdwatching. Si tratta di due isole di origine vulcanica spesso invisibili nelle nostre carte eppure situate idealmente al centro del mondo: là dove il meridiano 0 di Greenwich incrocia l’Equatore. Un paradiso perduto di isole ammantate da un’atmosfera languida e seducente. Pronte a schiudere le loro porte a visitatori curiosi in cerca di nuove frontiere.  Non cercate villaggi turistici all-inclusive o lussuosi resort. A São Tomé troverete residenze di charme, boutique hotel in stile coloniale, eco-lodge con bungalow di legno. E soprattutto una popolazione sorridente e affabile, crogiolo di etnie e culture, che vi farà passare la voglia di ripartire. 


Una natura esuberante e generosa

L’arcipelago di São Tomé e Príncipe è conosciuto per la sua natura rigogliosa e le foreste tropicali che avvolgono le due isole come una verde coperta. São Tomé, la maggiore, ospita il Pico de São Tomé, una montagna di oltre 2.000 metri, e un vasto Parco Naturale Obo, popolato da specie rare di piante e animali endemici. La biodiversità è una delle ricchezze più preziose dell’isola, con specie come il pappagallo di Príncipe, il piccione di São Tomé e altre specie di uccelli che non si trovano altrove. Il Parco Naturale Obo è una delle riserve più importanti dell'arcipelago e si estende su una buona parte dell'isola di São Tomé. Al suo interno, troverete una delle ultime foreste pluviali vergini dell’Africa occidentale, habitat di specie uniche come il piccolo piccione di São Tomé e la rana gigante.  La visita al parco è un’esperienza immersiva nella natura e offre vari percorsi di trekking per escursionisti di tutti i livelli. Una delle camminate più popolari conduce alla cascata di São Nicolau, una spettacolare cascata nascosta tra la vegetazione fitta. Consigliamo di visitare il parco con una guida locale, che può raccontare la storia e la biologia di questo luogo straordinario, oltre a garantire la sicurezza lungo i percorsi meno battuti. Sul paesaggio domina il Pico Cão Grande, una formazione rocciosa impressionante, alta oltre 300 metri, che si innalza verticalmente dalla foresta. È uno dei punti più riconoscibili dell'isola, simbolo di São Tomé, e attira scalatori e avventurieri da tutto il mondo. Raggiungere il Pico Cão Grande richiede una buona forma fisica, e il sentiero può essere impegnativo a causa del terreno scivoloso e delle condizioni umide, quindi è meglio andare con attrezzature adeguate e accompagnati da una guida esperta. Il clima è equatoriale, umido e costante, con temperature che oscillano tra i 25 e i 30 gradi tutto l’anno. Le piogge abbondanti mantengono il verde delle foreste e delle piantagioni di cacao e caffè, attività che hanno profonde radici storiche sull’isola.

Spiagge da cartolina

Le due isole, rimaste finora lontane dalle rotte del turismo, vantano un mare spettacolare, anche acque color smeraldo frequentate da delfini e balene, fondali strepitosi dove praticare snorkeling e immersioni, e spiagge di sabbia finissima orlate di palme su cui rilassarsi e ammirare le tartarughe giganti che stagionalmente tornano per depositare le loro uova. Le spiagge dell’arcipelago sono perfette anche per chi desidera semplicemente rilassarsi e godersi il panorama, lontano dalla frenesia turistica. Sulla costa settentrionale di São Tomé da visitare il lido dos Tamarindos e i fondali di Lagoa Azul, ma è nella parte meridionale dell’isola che si trovano le spiagge più belle, come Praia Piscina e Praia Jale. Sempre a sud di São Tomé, l'Ilha das Rolas è una tappa imperdibile per chiunque desideri fare un’esperienza unica: trovarsi con un piede nell’emisfero nord e uno nell’emisfero sud. L’isola, che si raggiunge in barca da São Tomé, offre spiagge incontaminate, acque cristalline e numerosi siti per lo snorkeling. È possibile soggiornare presso un eco-lodge che si occupa anche di organizzare escursioni subacquee e di snorkeling per esplorare i fondali ricchi di coralli e pesci tropicali. Il momento clou della visita è il monumento all’equatore, dove una linea segna il punto esatto in cui passa l’Equatore. Sull’isola di Principe si trovano alcune delle spiagge più belle e tranquille dell’Africa occidentale. Baía das Agulhas è una baia scenografica con rive sabbiose, circondate da scogliere frastagliate e vegetazione lussureggiante. Questa è una delle migliori zone per fare snorkeling e immersioni, grazie alle acque calme e alla presenza di barriere coralline vive. Sempre a Principe, le suntuose ville tendate di Sundy Praia e gli eleganti ecolodge di Bom Bom, dotati di ogni comfort, sono perfettamente mimetizzati nell’ambiente e danno lavoro a centinaia di giovani dell’isola. Le alternative, per i viaggiatori che dispongono di budget contenuti, non mancano. La comunità di Oké Daniel gestisce due graziosi bungalow in legno (Wild Camp Saliszoi), illuminati da lampade solari, rustici ma dotati dei servizi essenziali, affacciati su un promontorio spettacolare, che permettono di immergersi nella vita del bairro, apprezzandone l’ospitalità e la cucina.

Una storia da riscoprire

Scoperte dai portoghesi nel XV secolo, São Tomé e Príncipe hanno un passato segnato dalla schiavitù e dalla coltivazione intensiva del cacao e della canna da zucchero. Le grandi roças, antiche piantagioni coloniali, oggi abbandonate o trasformate in luoghi turistici, raccontano un passato intenso e doloroso. L’influenza africana si mescola alla tradizione portoghese nella musica, nella danza e nella cucina. La socievolezza della popolazione e la rilassatezza dei ritmi rendono l’arcipelago un luogo in cui il tempo sembra rallentare, dove la parola “leve-leve” (“piano-piano”) è un vero stile di vita. Quando fu scoperto dai portoghesi, l'arcipelago era disabitato. I conquistadores vi importarono anzitutto le coltivazioni del caffè e della canna da zucchero, poi trasformarono quegli approdi strategici sulla rotta delle Indie in centri di smistamento degli schiavi da imbarcare sulle navi negriere. Nel 1819 il re João VI fece importare migliaia di piante di cacao, prelevate nelle fazendas del Brasile, al tempo la più ricca delle colonie portoghesi, che solo tre anni dopo avrebbe conquistato la sua indipendenza da Lisbona. La nuova coltura prosperò nel clima caldo, soleggiato e umido. All’inizio del Novecento São Tomé divenne il primo produttore al mondo di cacao. Ventimila braccianti – razziati dai loro villaggi in Angola, Mozambico e Capo Verde – mandavano avanti le piantagioni assicurando ai loro padroni fortune immense. Per cinque secoli i governatori lusofoni sfruttarono le ricchezze della terra e il lavoro degli schiavi. Poi le campagne abolizioniste colpirono gli interessi portoghesi e spinsero le rotte commerciali verso le grandi colonie britanniche e francesi in Africa occidentale. Per il piccolo arcipelago iniziò un lento e inarrestabile declino. Oggi i profitti del cacao, benché continuino a rappresentare la prima fonte di valuta per il Paese, si sono prosciugati. Sulle isole restano attive delle cooperative contadine e un imprenditore ostinato, l’italiano Claudio Corallo, che produce ed esporta in tutto il mondo un cioccolato artigianale di altissima qualità. Con cura amorevole si recuperano le piante originarie puntando su un’agricoltura biologica e sostenibile.

Cimeli coloniali

Gran parte delle piantagioni dell’epoca coloniale sono state abbandonate. Ciò che resta delle antiche roças, le sfarzose fattorie portoghesi, con le loro piantagioni di cacao e caffè, sono frammenti di storia. Assolutamente da visitare. Tra piante e liane si vedono ancora le casupole dove alloggiavano i braccianti, gli austeri ospedali delle tenute, le rotaie arrugginite della ferrovia che portava i sacchi di cacao direttamente al mare. Nell’aria il profumo dei fiori si mescola all’odore pungente, acidulo, dei frutti di cacao lasciati fermentare sul terreno. Restano in piedi brandelli di magazzini, mulini fuori uso, ville padronali corrose dall’incuria ma che conservano la memoria dei fasti del passato. La Roça Agostinho Neto è una delle più grandi e meglio conservate e si trova a breve distanza dalla capitale. Visitare la roça è come fare un viaggio indietro nel tempo: si cammina tra edifici coloniali abbandonati, magazzini e abitazioni che raccontano il passato coloniale dell'isola e le sue dure storie di sfruttamento. Molte piantagioni (“Diogo Vaz”, Água Izé”, “Ponta Figo”) offrono oggi tour guidati e la possibilità di acquistare cacao e caffè locali. Si respira il fascino decadente del mondo narrato da Miguel Sousa Tavares nel suo romanzo Equatore, best seller internazionale, storia d’amore e tradimenti ai tempi delle colonie, ambientato su queste isolette dove il tempo scorre leve leve, piano piano. Le donne fanno il bucato nei fiumi e stendono i panni sui massi ad asciugare. Gli uomini posano i loro machete per concedersi lunghe partite di carte sulle strade dove i bimbi rincorrono macchinine costruite con legno e fil di ferro. Nelle notti di luna piena, in mezzo alla foresta, riecheggiano i tamburi dei riti di liberazione dei feiticeiros, retaggi di quelle credenze animiste che più di 500 anni di cristianesimo non sono riusciti a soffocare.

Príncipe e le sue meraviglie naturali

L'isola di Príncipe, più piccola (due volte la Repubblica di San Marino), e meno popolata, è ancora più selvaggia di São Tomé. Anch’essa di origine vulcanica (si creò 31 milioni di anni fa in seguito a una serie di eruzioni), è un luogo da esplorare a ritmo lento, con la sua vegetazione rigogliosa e il suo mare cristallino. La capitale Santo António è una cittadina pittoresca e tranquilla, con edifici coloniali e un’atmosfera rilassata. La storia di Príncipe riaffiora tra alberi secolari, fiori di ceramica, grovigli di liane, enormi felci. Sull’isola, durante un’eclissi totale di Sole, il 29 maggio 1919, venne provata con successo per la prima volta, dall’astrofisico inglese Sir Arthur Eddington, la teoria della relatività di Einstein. A poca distanza dal luogo in cui avvenne l’esperimento si trovano gli alloggi un tempo occupati dagli schiavi. Panni stesi, lamiere rugginose, polli e maiali che razzolano nel fango. I discendenti dei braccianti hanno dato vita a una comunità meticcia e coesa, frullato di culture e tradizioni diverse. Nei giorni di festa si balla la kizomba angolana e si ascolta la morna capoverdiana. Gli anziani parlano una lingua creola – lung’iye - dall’origine sconosciuta e dal futuro incerto, mentre i giovani chattano in portoghese coi loro cellulari. La gente vive in casupole fatiscenti, in gran parte prive di acqua corrente, con l’elettricità che arriva a singhiozzo. Ma non c’è traccia di miseria, nessuno soffre la fame. La natura, qui, è generosa. Per procurarsi da mangiare si gettano le reti in acque pescosissime. Dalle piante si raccolgono frutti esotici in ogni stagione. Le giornate scorrono moli-moli, piano piano, impregnate in un’atmosfera languida e sospesa nel tempo. Rari mercantili sbarcano al porticciolo di Santo António, cittadina avvolta in un torpore denso come l’aria umida che ristagna sulla sua baia. I pochi visitatori arrivano, in quaranta minuti di volo, a bordo di un piccolo bimotore proveniente dalla capitale São Tomé. Prima di atterrare su una sottile striscia di asfalto l’aereo sorvola l’isola, offrendo dal finestrino uno spettacolo che lascia senza parole. Dalla foresta spuntano torrioni scuri e maestosi che sembrano guglie di un’immensa cattedrale. Il verde intenso che domina il territorio frastagliato contrasta con il bianco abbacinante delle calette abbracciate da acque turchesi. Fiumi e cascate solcano pendii scoscesi e apparentemente impenetrabili. È un paesaggio selvaggio che sembra uscito dalle pagine di Robinson Crusoe. L’intera parte meridionale dell’isola è stata proclamata dall’Unesco, nel 2012, Riserva della Biosfera: un riconoscimento importante che ha permesso di preservare il fragile ecosistema, unico al mondo, con le sue centinaia di specie vegetali e animali autoctone. Oggi Príncipe è un laboratorio naturale dove si sperimentano forme virtuose di interazione tra l’uomo e l’ambiente, limitando il più possibile il consumo di risorse, l’inquinamento, il disboscamento e l’alterazione del microclima. La Roça Sundy, una piantagione convertita in hotel e museo, offre un soggiorno unico, mentre la vicina spiaggia Banana Beach è un angolo di paradiso. Sull’isola di Príncipe, le escursioni sono ideali per ammirare la natura selvaggia, le tartarughe marine e gli spettacolari tramonti.

Teatro di strada, patrimonio nazionale

A São Tomé, tra i vicoli acciottolati e le case di legno annerite dal tempo, può capitare di assistere a una parata di nobili, cavalieri, dignitari e chierici che paiono appena usciti da una macchina del tempo. Sono i figuranti delle compagnie locali del teatro Tchiloli, patrimonio nazionale di São Tomé e Príncipe, che da quattrocento anni mettono in scena la tragedia del Marchese di Mantova e dell’Imperatore Carlo Magno: un poema epico dellEuropa medievale importato nel XVI secolo dai colonizzatori e rielaborato nel corso del tempo dalla popolazione locale. Per decenni i portoghesi inviarono sulle "loro" isole africane diverse compagnie teatrali allo scopo di allietare i funzionari coloniali e gli amministratori delle piantagioni di canna da zucchero. Gli spettacoli servivano a spezzare la monotonia di giornate sempre uguali, mitigando la pesantezza del clima insalubre e della solitudine. Ma le recite non erano riservate alla comunità dei bianchi. Vi potevano assistere i domestici delle case padronali e, nei rari giorni di riposo, anche gli schiavi costretti a lavorare come bestie nei campi. Non ci è dato sapere cosa pensassero - e cosa capissero - i braccianti agricoli di fronte a quegli spettacoli teatrali - recitati in una lingua a loro incomprensibile - che avevano per protagonisti sovrani e condottieri dalla pelle bianca. Di certo la rappresentazione ispirata al romanzo di Baltazar Dias li appassionò. Ne furono colpiti al punto che nelle loro baracche gli schiavi cominciarono a riprodurne trama e personaggi.  Protagonista principale è il principe Carlo (Dom Carloto in portoghese), figlio dell'imperatore Carlo Magno: un giovane senza scrupoli che non esita ad ammazzare il suo miglior amico Baldovino, nipote del Marchese di Mantova, per ricevere in eredità la moglie Sibilla, di cui si è perdutamente innamorato. L'omicidio passionale viene presto svelato. Ma la vicenda è destinata a complicarsi con il coinvolgimento di molti altri personaggi - servi, nobili, vassalli, ministri e damigelle - che danno vita a intrighi di corte, intrecci amorosi, tradimenti, faide e situazioni grottesche degne di una moderna telenovela brasiliana… Una rocambolesca successione di sfide, duelli, incontri segreti e colpi di scena con un finale che lascia senza fiato... Ancora oggi gli attori danno vita a spettacoli con scene e personaggi immutati nei secoli.  Imperdibili.

La vaniglia di São Tomé

La vaniglia è tra le spezie più pregiate al mondo e a São Tomé, una coppia di giovani produttori, Francesco Mai e Juliette Dohar, è riuscita a ottenere baccelli di grande qualità con un aroma unico con note di cacao e caramello. I risultati del loro duro e straordinario lavoro li potete apprezzare visitando la loro piccola impresa artigianale, Vanilha, nella quale hanno investito tutti i loro risparmi. La vaniglia è giunta São Tomé e Príncipe nel 1837, importata dal Sudamerica come pianta ornamentale. La sua coltivazione non è mai decollata, a differenza del cacao, che rappresenta tutt’oggi la maggiore voce di export di queste isole. Il potenziale è enorme, trattandosi della spezia, dopo lo zafferano, più cara al mondo. Le piante di vaniglia – arbusti rampicanti della famiglia delle Orchidacee originari del Messico – prosperano nella penombra della foresta grazie al clima umido e caldo e alla ricca terra di origine vulcanica di São Tomé. Ma la produzione dell’inconfondibile aroma – il più utilizzato al mondo nel campo alimentare e nell’industria cosmetica – richiede molto lavoro e presenta numerosi rischi. La pianta impiega almeno tre anni per giungere a maturità, e dopo dodici non produce più. Devono poi trascorrere ben nove mesi fino alla maturazione del baccello verde e alla raccolta, seguita dal processo di trasformazione. Non solo. L’impollinazione dev’essere realizzata manualmente da fiore a fiore, secondo una procedura molto delicata che va eseguita la mattina presto e portata a termine rapidamente. Il risultato finale del laborioso procedimento di trasformazione del prodotto è una sintesi perfetta di clima, territorio, tanto lavoro, che emana note di cacao e di caramello. Da provare e acquistare.

 

Il cioccolato più buono

Il miglior cioccolato del mondo nasce in una casupola di legno ombreggiata dalle palme a pochi passi dall'Atlantico: un'ambientazione esotica per una storia di eccellenza tutta italiana. Qui vive e lavora Claudio Corallo, origini fiorentine, imprenditore tenace e visionario innamorato dell'Africa. Una vita all'insegna dell'avventura, la sua, trascorsa in precario equilibrio sul filo dell'Equatore. A São Tomé e Príncipe quarant’anni fa ha avviato una sfida imprenditoriale, che lo ha fatto diventare uno dei più rinomati produttori di cioccolato al mondo.

L'infaticabile imprenditore toscano ha acquistato sulle colline di Príncipe una vecchia tenuta coloniale, Terreiro Velho, e si è dato da fare per recuperare la piantagione. Oggi il prodotto che porta il suo nome viene celebrato sulla stampa internazionale e raccoglie riconoscimenti nelle maggiori fiere dolciarie. È un cioccolato per veri intenditori, riservato a un mercato di nicchia, non certo agli scaffali dei supermercati. Viene servito nei più esclusivi ristoranti di Parigi, Tokyo e New York. Le boutique gastronomiche lo smerciano a cento euro al chilo. «Ma non è un cioccolato per soli ricchi», ci tiene a precisare il suo creatore. «I nostri clienti sono buongustai attenti alla qualità che fa la differenza, amanti dei sapori che deliziano il palato». Corallo invita ad assaggiare i frutti del suo lavoro. Su un vassoio serve chicchi di caffè ricoperti di cioccolato, cioccolato con uva passa e distillato di polpa di cacao, scaglie fondenti al 100% dal sapore intenso e persistente, tavolette con granella di cacao ingentilite dallo zucchero in cristalli, fragranti cioccolati allo zenzero e alla scorza di arancio… Un turbinio di aromi e profumi che regalano brividi di piacere. Tappa irrinunciabile.

 

Sapori genuini

Come avrete capito un viaggio a São Tomé e Príncipe è anche una straordinaria esperienza per i sensi gustativi. La popolazione sopravvive grazie alla generosità della natura. A portata di mano, in ogni stagione, ci sono gustosi frutti tropicali. Dalle banane – sette le varietà, squisite – al fruta pão, il frutto sferico dell’albero del pane, la cui polpa viene tagliata e fritta, come chips di patate. E poi maracujá (il frutto della passione), ananas, mango, papaia e l’immancabile carambola, a forma di stella, con la polpa croccante e succosa. Gli uomini si arrampicano in cima alle palme per estrarre un succo biancastro che trasformano in vino. La spesa qui si fa sugli alberi. Oppure al mare. Le acque sono solcate da canoe con bilancieri di legno e vele di sacchi bianchi gonfiati dagli alisei. Il bottino è ricco: tonni, pesci spada, barracuda, ricciole, dentici, cernie, aragoste e polpi. Tutto a chilometro zero. La cucina di São Tomé è fatta di ingredienti genuini e caratteristici di queste isole: cacao, caffè, vaniglia, pepe e altre spezie. Il tutto innaffiato dal rhum locale. Per godere dei sapori delle isole ci sono ristoranti con terrazze panoramiche che offrono menù gastronomici con piatti ricercati e selezioni di vini portoghesi e sudafricani (come la Casa Museo Almada Negreiros a Monte Café o la Roça São João dello chef Carlos Silva a São João dos Angolares). Oppure si può fare tappa al mercato di Bobo Forro, regno indiscusso delle donne santomensi, che se ne stanno accovacciate a chiacchierare tutta la giornata tra pesce freschissimo o affumicato, piramidi di pomodori e peperoni multicolori, caschi di banane, noci di cocco, spezie piccanti, rametti di erbe aromatiche, foglie dai poteri afrodisiaci.

Consigli pratici

São Tomé e Príncipe è una destinazione per veri intenditori e amanti della natura. Questo piccolo arcipelago racchiude un fascino particolare, che conquista per la sua autenticità e per la bellezza mozzafiato dei suoi paesaggi. Questo arcipelago promette a ogni visitatore un viaggio indimenticabile in un luogo sospeso nel tempo, dove la bellezza naturale, il fascino della cultura e l’accoglienza della gente creano un’esperienza unica nel cuore dell’Africa. Pur essendo un luogo sicuro e accogliente, si tratta di una destinazione ancora poco sviluppata turisticamente, pertanto è meglio pianificare con attenzione. Ecco alcuni consigli:

Quando andare: il periodo migliore è da giugno a settembre o da dicembre a febbraio, mesi meno piovosi. Tra dicembre e gennaio si può ammirare lo spettacolo della deposizione delle uova delle tartarughe marine, che si schiudono tra febbraio e marzo.  

Visti e documenti: è richiesto il visto per l’ingresso, ottenibile online o all’arrivo.

Moneta e cambio: la moneta locale è la Dobra. Euro e carte di credito sono accettate solo nelle principali città.

Trasporti: l’isola principale è facilmente esplorabile in auto, ma i mezzi a noleggio e le strade non sono sempre in perfette condizioni.

Cosa portare: abbigliamento leggero, protezione solare, e scarpe comode per le escursioni.

Con chi partire: la Rivista Africa, in collaborazione con il Tour Operator African Explorer, ha ideato un viaggio esclusivo alla scoperta di questa piccola nazione africana, stabile e accogliente, lontana dalle rotte del turismo e con il fascino evocativo dell’ultima frontiera. L’itinerario si snoda tra sentieri nella foresta pluviale, piantagioni di cacao e caffè, insenature rocciose lambite da acque turchesi, spiagge da cartolina orlate da una fitta vegetazione, mercati brulicanti di gente e villaggi di pescatori, dove le giornate sono scandite dal rumore delle onde. Un viaggio naturalistico e culturale, ma anche enogastronomico, con tappe in ristoranti gestiti da chef creativi capaci di inventarsi piatti strepitosi coi sapori genuini della terra e del mare, e percorsi alla scoperta della produzione del gin e dei distillati di vaniglia. Non solo. Si fa visita a laboratori e botteghe artigianali dove gustare del prelibatissimo cioccolato delle piantagioni dell’isola e a locali tipici in cui sorseggiare il caffè appena tostato. Prossime partenze nel 2025: 2/12 gennaio; 23 gennaio / 2 febbraio; 30 gennaio/ 9 febbraio. Imperdibili: www.africarivista.it/saotome/





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