Diamanti tra le sabbie
La sabbia sospinta dal vento è inarrestabile: entra dalle fessure, penetra in ogni stanza, conquista il più piccolo degli anfratti. Milioni di granelli giallo-ocra scorrono come un fiume impetuoso nei corridoi abbandonati. Nel cuore del deserto del Namib, a pochi chilometri dalla cittadina portuale di Lüderitz, si trova un luogo avvolto da un'atmosfera che sembra uscita direttamente da un sogno, o forse da un incubo: Kolmanskop, la città fantasma più famosa della Namibia. Un tempo centro nevralgico dell'industria diamantifera, oggi Kolmanskop è un museo a cielo aperto, un luogo dove il deserto ha riconquistato il suo spazio, sommergendo case e ricordi sotto strati di sabbia dorata.
Gli edifici decrepiti affiorano dalle dune del Namib, nel sud-ovest della Namibia, a circa 850 chilometri dalla capitale Windhoek e a pochi chilometri dalla città portuale di Lüderitz. Il nome Kolmanskop (in tedesco Kolmannskuppe) in lingua afrikaans significa “la collina di Coleman”. Il termine pare derivi da un tale chiamato Johnny Coleman, un trasportatore che durante una tempesta di sabbia abbandonò il suo carro di buoi proprio in questo luogo.
La città fu costruita in seguito al ritrovamento casuale di un diamante, all’epoca in cui questo territorio era una colonia tedesca. La storia di Kolmanskop inizia nel 1908, quando un operaio ferroviario, Zacharias Lewala, trovò un diamante mentre lavorava lungo i binari. Questa scoperta scatenò una vera e propria corsa ai diamanti, attirando cercatori e investitori da tutto il mondo. In pochi anni, Kolmanskop si trasformò in una città ricca e prospera, dotata di tutti i comfort che si potevano desiderare all'epoca: un ospedale, una scuola, un teatro, persino una sala da ballo e una pista da bowling.